Dal gioco ricreativo al gioco d’azzardo
Il confine tra gioco ricreativo e gioco d’azzardo patologico è sottile, per comprendere come si sfocia in questo’ultimo è possibile individuare alcuni sintomi sentinella che è utile conoscere: l’intensificazione degli accessi al gioco, un aumento delle spese, la comparsa di pensieri ricorrenti di gioco, spesso accompagnati da distorsioni cognitive e fantasie di super vincite, con un aumento della ricerca di ambienti di gioco sempre più specializzati e quindi una polarizzazione del comportamento, sono segni anticipatori di una evoluzione in atto verso il gioco problematico.
La comparsa di menzogne, di perdita progressiva delle risorse finanziarie, accompagnato spesso da una modificazione delle abitudini alimentari e della puntualità, nonché da piccoli furti domestici, cambiamenti dell’umore, delle amicizie e dei luoghi di frequentazione con aumento dell’aggressività e del tempo dedicato al gioco nonché dell’indebitamento, possono essere invece sintomi sentinella di una vera e propria evoluzione verso il gioco patologico.
Quando il giocatore, pur sperando nella vincita, è motivato da un semplice desiderio di divertimento ed è in grado di smettere di giocare quando lo desidera viene definito “giocatore sociale”.
Custer (1982) sostiene che il giocatore sociale, a differenza di quello patologico, può smettere di giocare in qualunque momento poiché nessuno dei valori personali sembra legato alla vincita o alla perdita ma, rispetto al potere del gioco, risultano altri gli aspetti della vita sentiti come più importanti e gratificanti. Il giocatore sociale intuisce il labile confine tra innocua distensione e morboso accanimento. Le perdite al gioco pur essendo vissute con rammarico non diventano elemento di grosso affanno, in fondo il denaro puntato non era gran cosa in quanto la perdita non è mai superiore alle possibilità economiche del giocatore.
Alla luce di quanto detto, per iniziare a distinguere un gioco ludico da uno patologico, possiamo individuare principalmente tre stadi: il gioco d’azzardo informale e ricreativo, il gioco d’azzardo problematico e il gioco d’azzardo patologico.
Il gioco d’azzardo “informale e ricreativo” è un comportamento fisiologico che necessita di una consapevolezza dei suoi potenziali rischi. La motivazione prevalente al gioco sono la socializzazione o la competizione e i costi per il soggetto sono contenuti.
Il gioco d’azzardo “problematico” è da considerare un “comportamento volontario a rischio per la salute” dell’individuo (mentale, fisica e sociale), con necessità di diagnosi precoce e di intervento. Normalmente si ha un aumento della frequenza di gioco o della periodicità della ricerca dello stimolo. Aumentano anche il tempo di gioco e il denaro ad esso dedicato.
Il gioco d’azzardo “patologico” è una dipendenza patologica e quindi una vera e propria malattia che necessita di diagnosi, cura e riabilitazione. L’utilizzo del gioco diventa quotidiano o intensivo, con conseguenze negative per l’individuo sia dal punto di vista sanitario che sociale. Si manifesta il craving ed è frequente la recidiva. L’andamento della malattia è spesso cronico, caratterizzato da alti costi , anche con debiti.